Sinfonia n. 9 in mi bemolle maggiore op. 70 (1945)
I. Allegro
II. Moderato
III. Presto
IV. Largo
V. Allegretto
Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due)
Il biglietto di questo concerto vale come titolo di trasporto valido nella data del concerto indicata in tale biglietto, quale carta giornaliera Arcobaleno, tutte le zone, in seconda classe (2.)(TK)(V).
Coriolano ouverture in do minore op. 62
Prima esecuzione: Vienna, Palazzo Lobkowitz, 8 marzo 1807
Composta nello stesso periodo (1807) e nella stessa tragica tonalità (do minore) della celeberrima Quinta sinfonia, il Coriolano è una delle pagine più esemplari del sinfonismo epico ed eroico di Beethoven.
Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bemolle minore op. 23
Prima esecuzione: Boston, Music Hall, 25 ottobre 1875. Direttore Benjamin Johnson Lang, solista Hans von Bülow
L’intensa e variegata espressività, il grande impatto emotivo delle melodie, il virtuosismo a tratti brillante, drammatico e malinconico hanno reso quest’opera una delle più celebri di Čajkovskij e un esempio emblematico di concerto romantico.
Sinfonia n. 9 in mi bemolle maggiore op. 70
Prima esecuzione: Leningrado, Sala grande della Filarmonica, 3 novembre 1945
Dopo la vittoria dell’Armata Rossa sulla Germania nazista nel maggio 1945, il regime sovietico si attendeva da Šostakovič la composizione di una trionfale e celebrativa Nona sinfonia. Quella di Šostakovič è però una Nona inusuale e sorprendente: è la sua sinfonia più concisa, spensierata ed ironica.
Cari amici di Lugano,
sono assolutamente entusiasta di fare il mio debutto questa settimana con l'OSI e il Maestro Markus Poschner!
È una gioia speciale poter eseguire uno dei miei concerti preferiti da sempre: il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 di Čajkovskij. Un capolavoro che mi ha accompagnato fin dalla prima infanzia: prima attraverso gli LP della collezione di mio padre, poi come spettatrice nella Grand Hall del Conservatorio Čajkovskij di Mosca e infine, adesso, come esecutrice.
Mi ha sempre affascinato il carattere unico dell'apertura del primo movimento: il maestoso e bellissimo tema degli archi, accompagnato dagli accordi ribattuti del pianoforte, crea un'atmosfera festosa, che mi ricorda gioiose occasioni familiari. La sezione principale del primo movimento è piena di contrasti sorprendenti e colori sgargianti. Il secondo tema, lirico, mi tocca sempre profondamente. Quando si sviluppa in senso drammatico, porta alla cadenza del pianoforte - un'incredibile improvvisazione su diversi temi di tutto il movimento - che si costruisce in una grande coda, riportandoci alla maestosità dell'apertura.
Il secondo movimento è il nucleo lirico del concerto: inizia con una melodia pastorale suonata prima dal flauto, poi accompagnata da archi pizzicati e infine ripetuta dal pianoforte. Nonostante la sezione centrale leggera, simile a uno scherzo, questo movimento si presenta in netto contrasto con il primo: a mio avviso, evoca magnificamente la serenità e la meraviglia della natura.
Il tema del finale è una danza vibrante e piena di energia, caratterizzata da salti insistenti e ripetuti. Scritta in forma di rondò, ritorna tre volte, con un secondo tema splendidamente contrastante che si innesta due volte, conducendo verso il grande climax della coda, che irradia pura gioia ed euforia.
È probabilmente uno dei momenti più felici della musica che io conosca!
Questo concerto mi solleva sempre il morale e sono entusiasta di condividerlo con voi,
Yulianna Avdeeva
L’ouverture Coriolano è ispirata all’omonima tragedia di Heinrich Joseph von Collin, giurista, drammaturgo e segretario dell’Imperatore d’Austria, nonché amico di Beethoven. Coriolano è il soprannome di Gneo Marcio, eroe di un’antica leggenda romana. Esule da Roma dopo il fallito tentativo di farsi nominare console, si rifugiò presso i Volsci, un popolo del Lazio meridionale, con i quali, desideroso di vendetta, si alleò per la conquista di Roma. Giunto alle porte della città, fu però fermato dalla madre e dalla moglie che lo fecero desistere, richiamandolo ai valori dell’amor patrio. Tormentato dal conflitto di coscienza tra la parola data ai Volsci e l’incapacità di marciare contro Roma, si tolse la vita. L’ouverture di Beethoven è incentrata sul contrasto espressivo tra l’impeto bellicoso di Coriolano (il vigoroso e possente primo tema in do minore) e le imploranti suppliche della madre e della moglie (il delicato e cantabile secondo tema in mi bemolle maggiore).
Il Concerto per pianoforte n. 1 fu composto da Čajkovskij per l’amico e illustre pianista Nikolaj Rubinštejn, che lo ritenne però ineseguibile, oltre che poco interessante. Di conseguenza fu dedicato al celebre pianista e direttore d’orchestra Hans von Bülow, che lo eseguì per la prima volta a Boston nel 1875. Il nucleo dell’opera è il monumentale primo tempo, la cui durata supera la metà dell’intera composizione. Di straordinario impatto è l’estesa introduzione, il passaggio più celebre, con i percussivi accordi del pianoforte che accompagnano l’appassionato tema degli archi. Lo svolgimento del primo movimento è di carattere rapsodico, contraddistinto dall’accostamento di episodi nei quali al virtuosismo spettacolare del pianoforte si contrappongono interventi orchestrali ricchi di invenzioni coloristiche. Il secondo tempo si apre con un dolce e cullante tema di carattere pastorale, seguito da una vivace sezione centrale, contraddistinta da brillanti scambi tra solista e orchestra che precedono la ripresa con variazioni del primo tema. Il Finale è un Rondò costruito su due temi: una vigorosa danza di carattere popolare il primo; brillante, sebbene più cantabile e sentimentale il secondo, al quale è affidata la trionfante conclusione del concerto.
Dopo la Settima e l’Ottava sinfonia, il regime si attendeva da Šostakovič una Nona che completasse una trilogia di guerra, dedicata alle sofferenze, al sacrificio e alla vittoria del popolo sovietico nella Seconda guerra mondiale. Queste aspettative erano accresciute dalla tradizionale monumentalità delle none sinfonie, su tutte evidentemente quella di Beethoven, ma anche quelle di Schubert, Bruckner e Mahler. Šostakovič compose però una Nona sinfonia inusuale e sorprendente: gioiosa e solare, ma non eroica e trionfale. È strutturata in cinque brevi movimenti: l’Allegro iniziale, il terzo movimento Presto e l’Allegretto finale sono sereni, spensierati e a tratti umoristici; i due movimenti lenti (il secondo Moderato e il quarto Largo) hanno invece un carattere lirico e malinconico. L’ispirazione neoclassica della composizione è evidente soprattutto nel primo movimento, costruito sul modello della forma-sonata, tipico delle sinfonie settecentesche.
Pietro Soldini
Ruolo
Direttore
Ruolo
Pianoforte
Orchestra residente al LAC (Lugano Arte e Cultura) di Lugano, prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015.
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