Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in re minore op. 40 (1837)
I. Allegro appassionato
II. Adagio. Molto sostenuto
III. Finale. Presto scherzando
Sinfonia n. 98 in si bemolle maggiore Hob I:98 (1792)
I. Adagio – Allegro
II. Adagio cantabile
III. Minuetto - Trio
IV. Finale: Presto
Fantasia cromatica e fuga in re minore BWV 903
Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due) e videostreaming RSI (rsi.ch/musica)
Il biglietto di questo concerto vale come titolo di trasporto valido nella data del concerto indicata in tale biglietto, quale carta giornaliera Arcobaleno, tutte le zone, in seconda classe (2.)(TK)(V).
Sinfonia n. 14 in la maggiore KV 114
La prima delle otto Sinfonie che Mozart compose tra il 1771 e il 1772, nel periodo tra la morte dell’Arcivescovo di Salisburgo e la nomina del suo successore. Una delle composizioni sinfoniche sino ad allora più convincenti del giovane musicista, forse una sorta di “biglietto da visita” per il suo nuovo datore di lavoro.
Quartetto per pianoforte e archi n. 2 in fa minore
I tre Quartetti per pianoforte e archi n. 1, 2 e 3 furono le prime opere pubblicate da Mendelssohn. Realizzati tra il 1821 e il 1825 per l’attività cameristica nella casa di famiglia e per le esibizioni pubbliche del giovane e virtuoso pianista, ne rivelano il precoce e sorprendente estro compositivo.
Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in re minore op. 40
Prima esecuzione: Birmingham Music Festival, 21 settembre 1837. Solista Felix Mendelssohn
Composto da Mendelssohn durante il viaggio di nozze nell’estate del 1837, il carattere appassionato e a tratti esuberante del Secondo concerto per pianoforte testimonia il periodo particolarmente felice nella biografia del grande musicista.
Sinfonia n. 98 in si bemolle maggiore Hob I:98
Prima esecuzione: Londra, Hanover Square Rooms, 2 marzo 1792
Un’opera della maturità di Haydn, una delle “Sinfonie londinesi”, composte in occasione di due tournées inglesi tra il 1791 e il 1795. L’espressione grave e intensa e alcune scelte stilistiche nel primo e nel secondo movimento, che possono essere ricondotte all’ultima produzione sinfonica di Mozart, hanno indotto alcuni studiosi a scorgere in questa sinfonia un omaggio all’amico e stimato collega, scomparso poco prima della composizione di quest’opera.
Caro pubblico,
a Felix Mendelssohn si deve, tra le altre conquiste cruciali, il merito di aver dato forma al “normale” programma da concerto come lo conosciamo oggi, ovvero l'ouverture e il concerto strumentale nella prima metà della serata, seguiti da una sinfonia dopo la pausa. Questa solida struttura è la spina dorsale della vita concertistica in tutto il mondo da circa 180 anni.
Stasera ci discostiamo un po' da questo modello classico, ma non per fare qualcosa di “moderno” o diverso, quanto piuttosto per rendere omaggio a Mendelssohn stesso, nella sua veste di creatore di una musica indicibilmente toccante, oltre che come instancabile estimatore ed ambasciatore dei grandi maestri del passato.
Due, quindi, le sue composizioni nel programma della serata: mentre il Secondo concerto per pianoforte e orchestra fu un successo immediato e occupa meritatamente un posto importante nel repertorio di molte generazioni di pianisti, il Quartetto n. 2 per pianoforte e orchestra – almeno a mio parere - è una gemma nascosta. Il mio movimento preferito è forse l'Intermezzo, che assume un fascino malinconico degno di un Mozart e - non diversamente da Mozart - possiamo solo sussultare impotenti quando ci viene detto che Felix aveva appena 14 anni quando lo compose.
A proposito di Mozart: siamo entusiasti di presentare una delle sue sinfonie meno note, la KV 114. Pur essendo più modesta rispetto alle famose sorelle successive, la sinfonia possiede la precisione e la perfezione che danno una sola risposta possibile a chi domandi chi l’abbia composta.
Il programma si conclude con la Sinfonia n. 98 di Haydn, la sesta delle sue grandi London Symphonies, vero coronamento di decenni di una produzione creativa incredibilmente ricca e diversificata.
Non potremmo offrirvi musica migliore!
Alexander Melnikov
La Sinfonia n. 14, composta nel 1771, è senza dubbio una delle più convincenti opere sinfoniche realizzate sino ad allora dal quindicenne Mozart. È strutturata in quattro movimenti, il modello che andava ormai confermandosi per la Sinfonia da concerto. Ampie ed eleganti melodie, orchestrate con accuratezza nella combinazione di archi e fiati, contraddistinguono il primo movimento Allegro moderato. Il secondo, Andante, è caratterizzato da una raffinata cantabilità, mentre il Minuetto è basato sul contrasto tra le vigorose sezioni esterne e l’eleganza del breve Trio centrale. Vivace e pieno di slancio, l’Allegro molto conclude in modo brillante la sinfonia.
In età altrettanto giovane fu composto il Secondo quartetto per pianoforte e archi, scritto da Mendelssohn ad appena quattordici anni. Il modello dei suoi tre Quartetti per pianoforte e archi, le prime opere pubblicate dal giovane musicista, furono sicuramente i due Quartetti con lo stesso organico di Mozart (KV 478 e KV 493). Tuttavia, il lirismo melodico del tema principale e l’incessante svolgimento del primo movimento Allegro molto sono già inconfondibilmente mendelssohniani. Il successivo Adagio, introdotto dal solo pianoforte, si sviluppa in seguito con tratti quasi orchestrali ed è contraddistinto da raffinate modulazioni che rivelano una sensibilità tonale già pienamente romantica. Il terzo movimento è un Intermezzo di atmosfera fervida e malinconica, mentre il conclusivo Allegro molto vivace, contraddistinto da un frenetico e virtuosistico slancio, è degno di un Finale da concerto per pianoforte.
Il Secondo concerto per pianoforte e orchestra può invece essere considerato un’opera della maturità di Mendelssohn, benché sia stato composto a soli ventotto anni. Fu realizzato nell’estate 1837, durante il viaggio di nozze, un periodo particolarmente felice e produttivo per il compositore. Nel medesimo anno, il Concerto fu eseguito in prima assoluta dal compositore stesso a Birmingham. I tre movimenti si susseguono senza soluzione di continuità, modello già adottato nel Primo concerto per pianoforte. L’esuberante energia del primo e il delicato lirismo del secondo tema dell’iniziale Allegro appassionato rivelano il felice periodo di composizione. Il secondo movimento Adagio. Molto sostenuto, dall’intimo carattere corale, è contraddistinto dalla scorrevole fluidità melodica tipica della scrittura mendelssohniana. Il Finale. Presto scherzando è un’esplosione di vitalità, un rondò, caratterizzato dall’esuberanza del gioioso tema-ritornello.
La Sinfonia n. 98, composta nel 1792, è la sesta e l’ultima della prima serie delle cosiddette “sinfonie londinesi” di Haydn, che soggiornò a due riprese nella capitale inglese (1791-1792 e 1794-95), invitato dall’impresario musicale Johann Peter Salomon, che gli commissionò sei sinfonie per ognuna delle due tournées. La Sinfonia n. 98 è caratterizzata dal contrasto espressivo tra la prima parte (primo e secondo movimento) e la seconda (terzo e quarto). L’intensità drammatica, a tratti persino tragica, che contraddistingue i primi due tempi è stemperata dal vigore e dalla brillantezza dei movimenti seguenti. L’Adagio introduttivo proietta le sue ombre anche sullo svolgimento del seguente Allegro. Nel secondo tempo (Adagio cantabile) l’intensità espressiva dei due temi principali è sviluppata con magistrale raffinatezza. Il Minuetto, il movimento più tradizionale della composizione, è contraddistinto da un vigoroso slancio ritmico, enfatizzato dall’orchestrazione con trombe, corni e timpani. Il travolgente e brillante Finale. Presto è ricco di inventiva e ironia tipicamente haydniani.
Pietro Soldini
Ruolo
Play&Conduct.- Pianoforte
Orchestra residente al LAC (Lugano Arte e Cultura) di Lugano, prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015.
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