Sinfonia n. 41 in do maggiore KV 551 Jupiter (1788)
I. Allegro vivace
II. Andante cantabile
III. Minuetto e trio. Allegretto
IV. Molto Allegro
Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due) e videostreaming RSI (rsi.ch/musica)
Il biglietto di questo concerto vale come titolo di trasporto valido nella data del concerto indicata in tale biglietto, quale carta giornaliera Arcobaleno, tutte le zone, in seconda classe (2.)(TK)(V).
Mozart New look per contrabbasso e strumenti a fiato
Prima esecuzione: Kloster Eberbach (Wiesbaden), 5 giugno 1983. Bläser Ensemble Mainz, direttore Klaus-Rainer Scholl
«Creare qualcosa da una pagina bianca: che gioia! Avere l’abilità di scappare da se stessi: che privilegio! E non si corrono rischi: se il messaggio non ha significato, non sarò in giro per saperlo … e Dio mi consolerà, se mi avrà …»
Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in mi bemolle maggiore KV 364
La Sinfonia concertante fu destinata con molta probabilità alla straordinaria Orchestra del Principe elettore di Baviera Karl Theodor Wittelsbach, che si trasferì con essa da Mannheim a Monaco di Baviera, dove Mozart soggiornò prima di andare a Parigi. Sedici mesi lontano da Salisburgo con la speranza, delusa, di trovare un impiego adeguato ai suoi talenti.
Sinfonia n. 41 in do maggiore KV 551 Jupiter
Le tre ultime sinfonie di Mozart furono eseguite in pubblico vivente l’autore? Forse. Alcuni studiosi lo sostengono, identificando la prima esecuzione nei “concerti” di cui il compositore parla al confratello massone, il commerciante Puchberg, quando gli chiede prestiti per pagare la pigione.
Caro pubblico,
quando, appena maggiorenne, entrai a far parte della splendida famiglia dell’OSI, mai avrei immaginato che vent’anni dopo sarei diventato anche direttore d’orchestra, e soprattutto mi sarei trovato a festeggiare questo traguardo sul podio.
Dei 90 anni che la nostra amata Orchestra celebra in questo 2025, ben venti li abbiamo vissuti insieme: due decenni di gioie, di grande musica, di tournée e di amicizie fraterne con musicisti straordinari.
Desidero esprimere il mio più sincero ringraziamento alla direzione artistica e a tutta l’OSI per questo regalo che mi è stato offerto. Celebrare con la musica i 90 anni della nostra Orchestra è sicuramente il modo più bello per farlo. E lo è ancor di più perché, accanto a me sul palco come solisti, ci saranno due amici e colleghi speciali: la spalla Robert e la prima viola Ivan, con i quali ho condiviso momenti indimenticabili insieme alla nostra compagine ticinese. E, naturalmente, insieme a voi, il nostro pubblico meraviglioso.
In questo programma mozartiano, in cui l’eccellenza della nostra Orchestra nel repertorio classico è riconosciuta in tutto il mondo, siamo pronti a regalarvi un’esperienza unica.
Buon ascolto!
Enrico Fagone
All’età di undici anni Jean Françaix (1912 - 1997), allievo per la composizione della grande didatta Nadia Boulanger, inviò un proprio manoscritto a Maurice Ravel che riconobbe ed elogiò “il dono della curiosità” del compositore in erba.
Il gusto per la sorpresa e per il divertimento, quello che si potrebbe riassumere con il titolo di una sua composizione, Musique pour faire plaisir, non hanno mai abbandonato Françaix, scanzonato autore di apprezzate musiche per i balletti di coreografi della portata di Leonid Massine, Serge Lifar, Roland Petit, Balanchine e per i film di Sascha Guitry. Mozart new look è indicato come “Piccola fantasia per contrabbasso e fiati (12 strumenti: coppie di flauti, oboi, clarinetti, fagotti e corni) sulla Serenata del Don Giovanni”. Mentre il contrabbasso prende un po’ le parti di Don Giovanni, eseguendo il tema mozartiano, e un po’ imita l’accompagnamento del mandolino, i dodici fiati fanno la parodia del famoso motivo della seguidilla (Près des remparts de Séville) dalla Carmen di Bizet, inserendo pernacchi, sbadigli, schiamazzi, Quasi improvvisando, per usare un titolo di un'altra composizione per fiati di Françaix.
Così facendo Françaix toglie la parrucca a Mozart, come avverrà nel quasi coevo celebre film Amadeus di Milos Forman, dove il genio non perde occasione di liberare una risata infantile e sfrenata che riempie di invidiosa curiosità il presunto ‘rivale’, il serio e composto Antonio Salieri. Il Maestro di cappella italiano alla corte di Vienna, vittima della postuma leggenda nera della “piccola tragedia” di Puškin che lo voleva avvelenatore del Genio, avrà invece ammirato non poco due gioielli come la Sinfonia Concertante in mi bemolle maggiore per violino e viola, dove Mozart fonde alla perfezione le galanti seduzioni della musica francese, le innovazioni della scuola di Mannheim (i rapidi mutamenti espressivi) nella cornice più vigilata dello stile salisburghese. Mozart vi realizza tre movimenti indimenticabili: un maestoso Allegro sprizzante vitalità, dove ogni strumento parla la sua propria lingua; un Andante dialogato fra i solisti di commossa sofferenza; un gioioso e guizzante Finale in tempo di contraddanza che si assottiglia come la trama di un merletto.
Ancor più riassuntiva è l’ultima sinfonia, così ben intitolata da un ignoto editore Jupiter, composta da Giove-Mozart nell’agosto del 1788 e da sempre considerata una summa della sua arte e del genere sinfonico classico. Il biografo e direttore d’orchestra mozartiano Bernhard Paumgartner definì il suo linguaggio una perfetta fusione fra la ‘lingua’ della sinfonia, dell’opera buffa e della musica da camera, coronata dall’olimpica fuga finale, via via più libera, che sovrappone in maniera divina cinque temi: sforzo inventivo ciclopico e cimento professionale inaudito. Secondo il musicologo Giovanni Carli Ballola, «Mozart intese compiere il passo determinante di un itinerario personale analogo a quello che aveva portato Bach all’Arte della fuga e che porterà Beethoven al Finale della Nona».
Giovanni Gavazzeni
Ruolo
Play&Conduct - Contrabbasso
Ruolo
Viola
Ruolo
Violino
Orchestra residente al LAC (Lugano Arte e Cultura) di Lugano, prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015.
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