Sinfonia n.9 in do maggiore D 944 La Grande (1825 – 28)
I. Andante. Allegro ma non troppo
II. Andante con moto
III. Scherzo. Allegro vivace. Trio
IV. Allegro vivace
Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due) e in videostreaming RSI (rsi.ch/musica). Il concerto è inoltre diffuso da Radio RAI nell’ambito dell’offerta Euroradio.
Il biglietto di questo concerto vale come titolo di trasporto valido nella data del concerto indicata in tale biglietto, quale carta giornaliera Arcobaleno, tutte le zone, in seconda classe (2.)(TK)(V).
….e noi non possiamo che ricambiare l’affetto del Maestro Holliger per l’OSI e il pubblico luganese, facendogli i migliori auguri per il suo 85esimo compleanno e i complimenti per una carriera che non ha eguali nel mondo della musica classica in Svizzera.
Tanti auguri Maestro, in questo speciale progetto che ci permetterà di apprezzarla in ogni sua sfaccettatura artistica!”
Orchestra della Svizzera italiana
A mo’ di una “Intrada” rinascimentale, Heinz Holliger omaggia il centenario della nascita di Klaus Huber (1924-2017), figura centrale della musica contemporanea non solo elvetica, aprendo il concerto con i suoi giovanili (1957-58) Due movimenti per sette ottoni (due trombe, due corni, due tromboni e tuba). Brian Ferneyhough - uno degli allievi prestigiosi di Huber, in seguito suo assistente a Freiburg in Brisgovia - ha definito la sua arte “umanistica”: «fedele al proprio mestiere e alla sua duplice missione: indurre l’ascoltatore ad una concreta riflessione sociale e incarnare una visione colma di speranza in una vita giusta». Quanto Ferneyhough ha scritto di Huber, e cioè «dell’espressività apparentemente fragile e dell’instancabile forza propulsiva che influenzano mente e cuore di chi è disposto a porsi di fronte a questa musica con la stessa apertura spirituale con cui fu scritta», può essere sottoscritto per Holliger interprete-compositore. Allo stesso periodo dei Movimenti di Huber appartengono infatti i Sei Lieder di Holliger (1956-57), su versi del poeta bavarese Christian Morgenstern (1871-1914). Sei liriche epigrammatiche in tono di asciutto crepuscolarismo: Vorfrühling, Der Abend, Schmetterling, Vögelein Schwermut, Vor Sonnenaufgang, Herbst. I Morgenstern-Lieder, scritti quando il compositore bernese aveva 18 anni, furono da lui ritenuti «l’unica opera di quel periodo in cui si manifesta una personalità». Eseguiti per la prima volta nel 1959 a Radio Berna, nella versione con accompagnamento di pianoforte e solista Ursula Buckel, furono elaborati in una versione per orchestra nel 2003.
Da sempre Holliger ha puntato la sua attenzione direttoriale sul Romanticismo tedesco, su Schumann in particolare, di cui esegue una celebre “scoperta”, la Nona sinfonia di Franz Schubert. Il tesoro sinfonico giaceva a casa del fratello di Schubert e «chissà per quanto tempo ancora sarebbe rimasta in quell’angolo oscuro e polveroso, se non avessi persuaso Ferdinand – annotava Schumann - a spedirla alla direzione dei Concerti del Gewandhaus di Lipsia e all’artista che vi presiedeva»). Rifiutata come “troppo lunga e difficile” dalla Società degli Amici della Musica di Vienna, la Nona trovò battesimo allo stesso Gewandhaus di Lipsia (21 marzo 1839), diretta da Felix Mendelssohn. «Chi non conosce la Sinfonia in do maggiore conosce ben poco di Schubert; e questa lode può sembrare poco credibile se si pensa a tutto quello che Schubert ha già donato all’arte», scriveva Schumann sulle colonne della «Zeitschrift für Musik» dell’editore Schott (1840). «Oltre ad una magistrale tecnica della composizione musicale, qui c’è la vita in tutte le sue fibre, (…), c’è la più acuta espressione del particolare e soprattutto c’è diffuso il romanticismo che già conosciamo in altre opere di Franz Schubert. Questa divina lunghezza della sinfonia e un sentimento di ricchezza profuso a piene mani ricreano l’animo (…) Questa sinfonia ha agito su di noi come nessun’altra, dopo quelle di Beethoven».
Giovanni Gavazzeni
(1871-1914)
Vorfrühling seufzt in weiter Nacht,
dass mir das Herze brechen will;
die Lande ruhn so menschenstill,
nur ich bin aufgewacht.
Oh horch, nun bricht des Eises Wall
auf allen Strömen, allen Seen;
mir ist, ich müsste mit vergehn
und, Woge, wieder auferstehn
zu neuem Klippenfall.
Die Lande ruhn so menschenstill;
nur hier und dort ist wer erwacht,
und seine Seele weint und lacht,
wie es der Tauwind will.
Sospira la primavera nella vasta notte,
da spezzarmi il cuore;
le terre riposano nel silenzio degli uomini,
soltanto io resto sveglio.
Oh ascolta, lo strato di ghiaccio va in frantumi
su tutti i laghi, su tutti i fiumi;
per me è come se dovessi con essi scomparire
e, onda, risuscitare una volta ancora,
per andare ad abbattermi su uno scoglio.
Le terre riposano nel silenzio degli uomini,
solo qua e là qualcuno è sveglio,
e la sua anima piange e ride,
come vuole il vento del disgelo.
Auf braunen Sammetschuhen geht
der Abend durch das müde Land,
sein weiter Mantel wallt und weht,
und Schlummer fällt von seiner Hand.
Mit stiller Fackel steckt er nun
der Sterne treue Kerzen an.
Sei ruhig, Herz! Das Dunkel kann
dir nun kein Leid mehr tun.
Su pantofole di velluto marrone
avanza la sera nella terra affaticata,
il suo grande mantello sventola e ondeggia,
e il sonno cade dalle sue mani.
Dalla sua fiaccola silenziosa accende
le fedeli candele delle stelle.
Stai tranquillo, cuor mio! Il buio non può
più farti alcun male.
Ein Schmetterling fliegt über mir.
Süsse Seele, wo fliegst du hin? –
Von Blume zu Blume –
von Stern zu Stern –
Der Sonne zu.
Una farfalla vola sopra di me.
Anima gentile, dove stai volando?
Di fiore in fiore –
Di stella in stella –
Verso il sole.
Ein schwarzes Vöglein fliegt über die Welt,
das singt so todestraurig ...
Wer es hört, der hört nichts anderes mehr,
wer es hört, der tut sich ein Leides an,
der mag keine Sonne mehr schauen.
Allmitternacht, Allmitternacht
ruht es sich aus auf dem Finger des Tods.
Der streichelt's leis und spricht ihm zu:
„Flieg, mein Vögelein! flieg, mein Vögelein!“
Und wieder fliegt's flötend über die Welt.
Al di sopra del mondo vola un uccellino nero
che canta con una tristezza mortale..
Chi lo ascolta, non sente più nulla d’altro
Chi lo ascolta, sente in sé una stretta al cuore
da non poter più guardare il sole.
Nel mezzo della notte
si riposa sulle dita della Morte,
che lo carezza dolcemente e gli dice:
«Vola uccellino mio! Vola uccellino mio!»
E lui cantando riprende il suo volo sopra il mondo.
Raben halten wo im Alpenwald Gericht ...
Durch den Raum hin schwebt im Morgenlicht
geisterleis der mütterliche Ball ...
Raben schrei’n im geisterstummen All ...
I corvi tengono corte nella foresta alpina…
Dall’altra parte della stanza sta sospesa nella luce del mattino,
ancora spettrale, la sfera madre …
I corvi gridano nello spazio spettralmente muto…
Zu Golde ward die Welt;
zu lange traf
der Sonne süßer Strahl
das Blatt, den Zweig.
Nun neig
dich, Welt, hinab
in Winterschlaf.
Bald sinkt's von droben dir
in flockigen Geweben
verschleiernd zu –
und bringt dir Ruh,
o Welt,
o dir, zu Gold geliebtes Leben,
Ruh.
Il mondo si è trasfigurato in oro;
i dolci raggi del sole
hanno colpito troppo a lungo
la foglia, il ramo.
Ora chinati,
mondo, verso il basso,
nel sonno dell’inverno.
Presto da là in alto
un tessuto a fiocchi
ti avvolgerà –
e ti porterà il riposo,
o mondo,
o a te, a questa cara vita che diviene oro,
il riposo.
Ruolo
Direttore
Ruolo
Soprano
Orchestra residente al LAC (Lugano Arte e Cultura) di Lugano, prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015.
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